I compiti a casa sono un argomento dibattuto per i risvolti che hanno sulla vita di molte famiglie: spesso basta poco per arrivare a pianti e urla, tanto da trasformare questa attività in un vero e proprio match fra genitori e figli. I compiti sono utili per l’apprendimento del bambino e sono importanti per la sua crescita in quanto rappresentano un momento importante per il consolidamento di quanto affrontato durante la giornata scolastica: aiutano il bambino a confrontarsi con la dimensione del dovere, sviluppando in lui capacità organizzative e facendo sì che riesca a conoscere meglio se stesso.
Per abituare un bambino a svolgere i compiti in modo autonomo senza che si lamenti troppo è utile seguire una serie di semplici accorgimenti.
- Quando iniziare i compiti: è bene concordare con il bambino quanto tempo dedicare ai compiti. Sebbene all’inizio sia indispensabile essere un po’ prescrittivi, questa modalità lo aiuterà nel tempo ad autoregolarsi.
- Dove fare i compiti: creare un ambiente funzionale alla concentrazione è importantissimo! Se i compiti vengono fatti nella cameretta, la stanza deve essere illuminata, silenziosa ed in ordine, in modo che non ci siano distrazioni.
- E se sbaglia? quando si nota un errore, si dovrebbe invitare il bambino a rileggere e capire che cosa ha sbagliato. Mandarlo a scuola con i compiti perfetti è inutile se poi non ha capito il concetto, in quanto l’insegnante non riuscirà a capire la sua effettiva preparazione.
- Aiutare il bambino quando serve: è importante offrire al proprio figlio un sostegno emotivo, mostrando comprensione e aiutandolo a sviluppare un senso di responsabilità. La presenza del genitore ha la funzione di alimentare la sua autostima e risulta fondamentale trasmettergli il messaggio che può farcela a svolgere il compito richiesto.
- Il bambino deve sentirsi protagonista della propria esperienza scolastica ed è fondamentale che non vi sostituiate a lui, anticipandone le risposte. Il ruolo dei genitore è quello di supporto nel spiegarli un procedimento, dargli dei suggerimenti o ricordandogli di rivedere le cose fatte in classe. A volte si ha l’aspettativa che debba presentarsi a scuola con i compiti perfetti: ecco che nasce la tentazione di farli al posto suo, ma l’intrusione genitoriale favorirà il farlo sentire incapace di svolgere i compiti da solo minando la sua autostima.
- E’ un continuo no: l’evitare di fare i compiti può rappresentare un segnale di disagio e non un semplice capriccio. Oltre al dialogo aperto con lui, è importante confrontarsi con le insegnanti, per capire meglio il contesto classe o se il bambino possa presentare qualche difficoltà specifica. Quando si rifiuta ripetutamente, temporeggia, sbuffa o si distrae spesso, capita che il genitore viva questi comportamenti come una presa in giro o come una provocazione. La reazione, quindi è quella di arrabbiarsi con lui, punendolo, ricattandolo o addirittura svolgendo i compiti al suo posto per terminare la lite. Queste reazioni sono comprensibili, soprattutto quando la pazienza a disposizione è terminata, ma è controproducente, in quanto può generare in lui dei vissuti di impotenza e di rabbia che con il tempo potrebbero portare ad una forte resistenza nei confronti della scuola. Risulta importante comprendere quali siano i motivi che stanno alla base di questo comportamento: il bambino potrebbe presentare un funzionamento cognitivo immaturo rispetto alle richieste del compito, avere una difficoltà specifica di apprendimento, presentare poca fiducia nelle proprie capacità, non avere acquisito un buon metodo di studio, oppure presentare un disagio emotivo dato da situazioni esterne (es. separazione dei genitori).
In conclusione, se avete sperimentato situazioni difficili simili e non sapete come aiutarlo, la prima cosa da fare è di confrontarsi con l’insegnante. Se questo non fosse sufficiente, valutate la possibilità di rivolgervi ad un professionista che vi potrà aiutare nel rapporto con la scuola e nel trovare modalità che possano aiutare vostro figlio ad affrontare i compiti di casa con maggior serenità.
Studio Psi.Co.