Con l’avanzare dell’età si assiste ad una progressiva alterazione dell’assetto cognitivo. Le modalità ed i tempi con il quale questo si verifica possono variare da individuo a individuo, incidendo sulla qualità della vita.
Il decadimento cognitivo lieve è una condizione clinica caratterizzata da una sfumata difficoltà in uno o più domini cognitivi(quali, ad esempio, memoria, attenzione o linguaggio), tale però da non compromette le normali e quotidiane attività di una persona. Fin dagli anni 60, si é tentato di definire una specifica categoria nosologica, caratterizzata dalla presenza di un deficit cognitivo isolato in soggetti di età adulta non affetti da demenza. Nel corso degli anni, sono state proposte diverse possibili categorie quali Age Associated Memory Impairment (AAMI), Age Associated Cognitive Decline (AACD), Cognitive Impairment No Dementia (CIND) e infine, quella attualemnte utilizzata, di Mild Cognitive Impairment (MCI- decadimento cognitivo lieve) .
Quali sono i sintomi nel Mild Cognitive Impairment MCI?
Con il termine Mild Cognitive Impairment (decadimento cognitivo lieve) si intende una condizione in cui è presente uno stato di funzionalità intermedia tra l’invecchiamento fisiologico e la demenza, caratterizzata da:
- disturbo soggettivo di memoria (preferibilmente confermato da un familiare),
- deficit di memoria (rispetto a valori normativi corretti per età e scolarità) documentato dai test cognitivi,
- assenza di altri deficit cognitivi,
- normali abilità nelle attività quotidiane,
- assenza di demenza
La letteratura suggerisce che gli individui a cui viene fatta diagnosi di MCI hanno un tasso annuo di conversione in demenza di Alzheimer (AD) che varia dal 6% al 25%. Accanto all’MCI amnesico, si sono aggiunti altri sottotipi clinici: MCI di tipo non amnesico (disesecutivo-afasico) con possibile progressione in demeza fronto-temporale o vascolare e MCI multi-dominio con compromissione in più funzioni, in cui si può ipotizzare una progressione verso AD o demenza vascolare
Perché è importante fare diagnosi precoci di MCI?
Il razionale clinico alla base del concetto di MCI risiede nel fatto che la patologia degenerativa si instaura molto tempo prima di rendersi clinicamente evidente, un periodo di molti anni, in cui il paziente non può essere diagnosticato come demente ma mostra alterazione cognitive e fisiologiche. È noto che, le placche senili e i tangles neurofibrillari si accumulano per anni prima dell’apparizione dei sintomi della dememza do Alzheimer. Infatti, la presenza della beta-amiloide che si deposita nel cervello nei soggetti con AD andando a formare, successivamente, le placche amiloidi, non determina subito deterioramento cognitivo, ma piuttosto lievi deficit cognitivi che non influenzano significativamente l’autonomia quotidiana del paziente.
L’importanza di una diagnosi di MCI é associata soprattutto alla possibilità di anticipare la sua progressione verso la demenza attraverso la messa in atto di trattamenti mirati. Uno dei trattamenti che ha mostrato maggior efficacia clinica è la stimolazione cognitiva. E’ scientificamente dimostrato che esercizi cognitivi ben progettati possano avere effetti significativi sui processi neurobiologici implicati nei meccanismi di plasticità sinaptica associati ad una migliore performance e ad un ritardo nel declino cognitivo. Inoltre, si associano a miglioramenti nel tono dell’umore ed un aumento della qualità generale della vita.
La stimolazione cognitiva è indicata in tutte quelle situazioni in cui si vuole massimizzare le capacità del soggetto, ricostruendo, sostenendo o potenziando il suo funzionamento cognitivo e comportamentale.
Per avere informazioni sul servizio di Neuropsicologia o per richiedere una consulenza, puoi contattarci telefonicamente o via email.