Il termine “resilienza”, preso in prestito dalla fisica dei materiali, indica l’attitudine di un elemento a riacquistare la propria forma originaria dopo aver subito uno schiacciamento o una deformazione. In psicologia, lo stesso termine, definisce invece la capacità delle persone di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita (ad es. quando si è sotto stress o si vive un trauma), bensì di adattarsi ai cambiamenti e sapervi reagire in maniera positiva.
Una persona resiliente è dunque l’opposto di quella facilmente vulnerabile, poiché in grado di adattarsi e fornire una risposta reattiva alla situazione in atto: le persone resilienti riescono a far fronte ad un danno fino ad essere in grado di riorganizzare positivamente la propria vita grazie a tratti di ottimismo, capacità di flessibilità e di collaborazione e condivisione con altri.
Le persone resilienti colgono le difficoltà come opportunità, come sfide alle quali non ci si può sottrarre. Tre sono le caratteristiche principiali da sviluppare per migliorare il proprio grado di resilienza:
1. L’impegno,ossia la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività;
2. Il controllo, inteso come credenza di essere in grado di dominare gli eventi che accadono senza sentirsi in balia degli stessi;
3. Il gusto per le sfide: caratteristica che implica la predisposizione di un individuo ad accettare i cambiamenti.
Tali dimensioni possono essere coltivate e incoraggiate. La resilienza, infatti, non è una capacità presente o assente in una persona, ma può essere appresa poiché riguarda comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere perfezionati da chiunque.
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