La risposta a questa domanda non è semplice poiché non ci sono ricette universali e neppure regole scritte che valgano indistintamente per tutti. Ciascuna famiglia ha le sue peculiarità:ciascuno di noi prima di essere genitore è un individuo con una propria storia ed un suo bagaglio di esperienze.
Quando diventiamo genitori non facciamo altro che mettere quello che siamo e quello che siamo stati nell’incontro con il nuovo individuo. Nuovo individuo che fin dal suo primo pianto manifesta il suo essere, il suo carattere, la sua presenza, che sono uniche e diverse da come le abbiamo attese, sognate e immaginate e con le quali ci dobbiamo sintonizzare.
Un aspetto importante da tenere presente è il fatto che ogni genitore, in merito al proprio modo di essere, crea un rapporto unico, esclusivo e irripetibile tra sé ed il proprio figlio. Paragonarsi ad altri genitori, cercare il manuale perfetto che possa consigliare cosa fare, limita la spontaneità e la naturalezza che è di fondamentale importanza nel costruire un rapporto autentico e vero con il proprio figlio/a.
Uno dei compiti fondamentali verso i nostri figli è quello di favorirne l’autonomia e lo sviluppo in modo armonico e facendo attenzione alle sue caratteristiche emotive. Essere dei “buoni” genitori significa, anche essere autorevoli. Occorre chiarire, che esercitare l’autorevolezza è uno degli elementi chiave dell’educazione perché, solo attraverso limiti chiari e poche regole fondamentali, il bambino/ragazzo riesce a comprendere la realtà e a vivere anche da adulto la fatica delle frustrazioni.
Per questo è importante tenere a mente alcuni aspetti:
- Cercate di vedere il mondo dal punto di vista di vostro/a figlio/a mettendo da parte le vostre idee, al fine di comprendere i suoi bisogni, le sue emozioni, i suoi pensieri e quali sono le piccole o grandi prove che affronta quotidianamente.
- Accettate vostro/a figlio/a per quello che è realmente, senza pretendere che sia più simile a voi o a come pensate che dovrebbe essere. Considerateli perfetti così come sono.
- Non proteggete vostro/a figlio/a dalle difficoltà, bensì aiutatelo a superarle con successo. In questa maniera, il bambino imparerà a contare su sé stesso e ad affrontare ogni situazione.
- Cercate di non rimproverare vostro/a figlio/a in quanto persona, ma correggete solo i comportamenti sbagliati. E’ sconsigliato ad esempio dire: “Sei uno sciocco!”, ma piuttosto è più utile dirgli: “Hai avuto un comportamento sciocco”, in questa maniera si sottolinea fatto che – come persona – vale sempre e che la nostra stima non è cambiata.
- Cercate di rimanere calmi di fronte alle sue resistenze o ai suoi pianti e, soprattutto, non minacciate dicendo, ad esempio: “Smettila di strillare e stai fermo mentre fai compiti, altrimenti le prenderai e allora si che avrai ragione di urlare”. Le minacce spingono vostro figlio a opporre maggior resistenza per mettervi alla prova e vedere se date seguito alle parole coi fatti. Gli insegnano, inoltre, che può ricorrere alla violenza per spuntarla, oppure che con la violenza si ottiene ciò che si vuole.
- Evitate i confronti: “Guarda tuo fratello come è bravo, si impegna e ha dei bei voti…”. Confrontare vostro figlio con il fratello o la sorella può far accrescere la rivalità tra di loro e farlo sentire inferiore o inadeguato. Il vostro compito principale, invece, è aiutarlo a realizzare le sue potenzialità indipendentemente da quello che fanno o non fanno gli altri.
- Chiedete scusa a vostro figlio quando avete tradito la sua fiducia, anche in modi apparentemente insignificanti. Scusandovi gli dimostrerete che avete ripensato alla situazione considerandola anche dal suo punto di vista. Attenzione però a non scusarvi troppo spesso; le scuse perdono il loro significato se ne abusiamo, oppure diventano un modo per non assumersi le proprie responsabilità.
Lo Studio Psi.Co. a questo proposito offre un servizio di Sostegno alla genitorialità per supportarvi ed aiutarvi a comprendere meglio le relazioni che vi legano ai vostri figli.
Farò ogni sforzo per vedere chi sono veramente i miei figli e per ricordarmi di accettarli per come sono ad ogni età, invece che lasciarmi accecare dalle mie aspettative e paure. Così posso aiutarli a crescere e a realizzare il loro potenziale di esseri unici.
Jon Kabat-Zinn