E’ da poco ricominciato un nuovo anno scolastico e per molti bambini e preadolescenti si riapre un capito doloroso: la paura di andare a scuola.
La letteratura scientifica indica che circa il 5-28% della giovane popolazione può soffrire di fobia scolare, raggiungendo dei picchi nei momenti di passaggio da un ciclo scolastico all’altro. Questo in parte è dovuto alle numerose pressioni sociali e familiari che bambini e ragazzi ricevono dalla società moderna: da un lato le famiglie sono sempre più attente al rendimento scolastico e pretendono crescenti profitti per la realizzazione personale, dall’altro le scuole devono garantire la certificazione delle competenze.
Alcuni autori (Kearney e Silverman, 1996; Bowlby, 1975) identificano con la definizione di “rifiuto scolare” il blocco ad andare a scuola o la difficoltà a rimanervi per l’intera giornata, a causa di un livello eccessivo di ansia, preoccupazione e depressione. Questa problematica non va confusa con l’assenza ingiustificata, nella quale non è presente la paura eccessiva di frequentare la scuola.
L’età d’esordio è di solito intorno ai 5-6 anni, ed è solitamente correlata ad angosce di separazione dai genitori, ma può verificarsi anche in età successive, prendendo più le sembianze di ansia sociale. Quando la fobia scolare colpisce il preadolescente e l’adolescente è più difficile da interpretare, ed assume un quadro complesso e più serio rispetto alle fobie dei bambini.
Quali sono i fattori che possono facilitare l’insorgenza di questa problematica?
- eventi di vita stressanti (malattie, lutti, separazioni)
- conflitti genitoriali irrisolti che possono investire l’ambito scolastico
- difficoltà a relazionarsi con i coetanei e gli insegnanti dovute ad eventi negativi realmente vissuti (episodi di bullismo, litigi con un insegnante) o immaginati dal ragazzo (convinzione di non piacere, di non essere all’altezza)
- ansia da prestazione e bassa autostima
Il bambino che soffre di rifiuto scolare può assentarsi fin dall’inizio della giornata o può recarsi a scuola e poi, dopo poche ore, chiedere di tornare a casa. Durante le ore scolastiche il bambino resta a casa, in un ambiente fidato e sicuro, dedicandosi in modo sereno ad altre attività.
Quali sono i sintomi e come si manifestano?
I sintomi si presentano di solito in modo graduale. Possono cominciare dopo un periodo di vacanza o dopo una malattia, più raramente al rientro dopo il fine settimana, ed essere preceduti da eventi stressanti. L’angoscia si manifesta in modo intenso quando giunge il momento di uscire per andare a scuola. I bambini più piccoli manifestano agitazione psicomotoria e forte ansia, protestano e supplicano i genitori di farli restare a casa con la promessa di recarsi a scuola l’indomani. Qualora i bambini vengano comunque portati a scuola, possono nascondersi, piangere disperatamente o persino tentare di scappare per tornare a casa, il solo luogo in grado di rassicurarli veramente.
I bambini più grandi, già dall’età di 5-7 anni, tendono a mettere in atto meccanismi di difesa più sofisticati per rendere meno evidente l’angoscia; più frequentemente presentano somatizzazioni prima di andare a scuola come cefalee, dolori intestinali che generalmente tendono a scomparire durante le vacanze.
Al rifiuto scolare si può associare il disturbo della condotta, il disturbo da deficit d’attenzione-iperattività, il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi specifici dell’apprendimento.
Che cosa si può fare?
Genitori, insegnanti ed educatori devono cogliere i primi segnali di difficoltà e non confonderli con scarsa volontà del ragazzo: si possono nascondere problemi più o meno complessi che richiedono un intervento per evitare conseguenze negative. I bambini e i preadolescenti vanno ascoltati, incoraggiati e supportati nelle difficoltà che incontrano a scuola per metterli nelle condizioni di affrontare le situazioni frustranti con maggiore serenità. Se il disagio persiste, si può richiedere il supporto psicologico prima che il disagio possa compromettere gravemente l’area relazionale e sociale del ragazzo cercando di creare una rete di sostegno tra la scuola e la famiglia.
Presso lo Studio Psi.Co. sono presenti professionisti della salute esperti in problemi dell’età evolutiva e nel sostegno alle famiglie ai quali ci si può rivolgere anche qualora si presentasse il problema del rifiuto scolare.