Durante il primo anno di vita, le esperienze che il bambino fa di se stesso, sono quasi del tutto determinate dalla qualità della relazione che esso instaura con la sua figura di attaccamento (generalmente la madre).
Winnicott (1965), utilizzando una metafora, sostiene infatti che il viso della madre è come lo specchio dell’immagine che il bambino ha di se stesso, in quanto ritiene che il modo in cui la madre guarda suo figlio riflette le sue prime qualità, e ciò gli permetterà di formare una rappresentazione rudimentale di sé.
Attraverso numerose osservazioni della relazione madre-bambino, si è potuto notare che una madre sufficientemente buona è in grado di cogliere i segnali del figlio e di rifletterli su di lui in maniera appropriata: in questo modo il bambino formerà un’immagine di sé caratterizzata da sentimenti di sicurezza. Al contrario se una madre si mostra spesso arrabbiata o depressa, tenderà a far sviluppare al neonato un’immagine di sé più insicura e fragile.
Dal 2 anno di vita, il bambino comincia ad essere più consapevole di sé, ed i suoi sentimenti cominciano a differenziarsi e strutturarsi. Questo infatti è il periodo in cui il piccolo comincia a camminare, parlare, e la sua euforia di poter comunicare aumenta la sua autostima: per questo è importante che i genitori rispondano con orgoglio a queste conquiste, siano prodighi di lodi e facciano cose INSIEME al bambino: tutto questo rafforzerà la loro relazione.
Dal 3-4 anno di vita, il bambino comincia ad essere meno dipendente dalle risposte dei genitori, perché queste risposte vengono interiorizzate: comincia ad essere in grado di IMMAGINARE le risposte dei genitori e quindi agire di conseguenza. Il ruolo del padre esce sempre di più dallo sfondo, e si consolida la triade madre-padre-bambino, in cui la figura maschile insegna regole e sottolinea divieti.
Se i figli hanno appreso nei primi anni di vita un legame sicuro con le proprie figure di attaccamento (madre e padre) manterranno un buon benessere psicologico e mostreranno un buon livello di autostima anche da preadolescenti, al contrario, se hanno appreso delle strategie interpersonali distorte nella relazione con i propri genitori, probabilmente avranno più difficoltà a costruire nuovi legami e mostreranno in futuro livelli più bassi di autostima.
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